Oggi, a dieci anni anni di distanza, viviamo in un mondo più connesso, più collegato, più high-tech.
Oggi esiste l’iPhone X, ma soprattutto, oggi possiamo vedere le meraviglie delle supercar elettriche. La Tesla Roadster non è più una “macchinetta” con una batteria, ma una hypercar capace di annientare qualsiasi rettilineo e di portarvi da un punto A ad un punto B distanti tra loro 1.000 km. Un’auto elettrica che fulmina lo 0 – 100 km/h in 1,9 secondi non può non essre presa sul serio.
Per un attimo tralasciamo il discorso commerciale dell’azienda (Elon Munsk vedi di far quadrare le cose): dal punto di vista tecnologico quest’auto fa strabuzzare gli occhi.
Se le auto elettriche fino a poco fa erano associate a gente radical chic e a divi di Hollywood con la mania del green, oggi, signori e signore, sono diventate oggetti del desiderio.
Sarà anche vero che un motore V8 benzina che urla come maiale sgozzato è in grado di rizzare qualsiasi pelo umano, ma forse una tale potenza elettrica e istantanea può farci digerire quello che è inevitabile: il progresso.
Diecimila newtonmetri di coppia. Non suona bene? Ecco quanti ne ha la Tesla Roadster. Sono 8.400 Nm in più rispetto ad una Bugatti Chiron, che non è esattamente un’auto fiacca.
Con questo non voglio dire che le auto sportive a benzina non mi piacciono più e che da ora in poi sognerò solo auto che suonano come grosse zanzare. Dico solo che se domani dovessi scegliere tra provare una Tesla Roadster o una Chiron, ci penserei su.
Forse il futuro non mi fa più paura.