Ha un nome insolito l’ultima delle tre gemelline del gruppo VW marchiata Seat (la VW up! è stata la prima, poi è arrivata la Citigo per la Skoda): si chiama Mii e torna ad occupare un segmento abbandonato nel 2004, anno in cui l’Arosa (derivata a sua volta dalla VW Lupo) finiva in pensione.
Dimensioni e design
La piccola spagnola si presenta con un look curato, pur meno chic della up! ma senza arrivare all’austerità della Citigo, e conferma quanto già apprezzato sulle sorelline: a fronte di una lunghezza ridotta a 3,54 metri, l’abitabilità è invidiabile.
Il vano motore molto corto e il posteriore tagliato in verticale rendono la vettura facile da parcheggiare, ma anche maneggevole, agile e con un angolo di sterzata per le inversioni a tempo di record.
Comfort di guida
Questa citycar è perfetta nel traffico, anche se è un po’ scorbutica sullo sconnesso.
Le sospensioni, infatti, sono rigide.
I viaggi autostradali non vanno, comunque, temuti: il motore da un litro a benzina consuma poco e non fa troppo rumore.
Si tratta del 1.000 più potente, quello da 75 CV, vigoroso e reattivo nonostante la piccola cubatura e l’assenza della sovralimentazione.
Costi di gestione
Con una guida attenta si riescono a percorrere quasi 20 km con un litro di carburante (a 130 km/h costanti il valore cambia di poco).
Merito anche del cambio manuale a cinque rapporti con quinta marcia di riposo e del preciso e intuitivo indicatore di cambiata.
La versione Style costa 11.050 euro: un prezzo ragionevole considerato l’equipaggiamento.